Le Storie

Fabrizio

Fabrizio ha 17 anni e per due anni è stato ospite presso la Comunità Socio-Educativa Intergata per Minori “Altre Storie” a Capoterra a causa dei gravi episodi depressivi di cui soffriva da diverso tempo. Ogni anno, con l’inizio delle attività scolastiche, sentiva il suo umore farsi sempre più cupo fino a che questi momenti hanno iniziato a diventare una normalità per lui, una quotidianità caratterizzata da una profonda tristezza interiore. Con il passare del tempo la sua situazione si aggrava sempre più, portandolo anche ad abbandonare la scuola a causa della vergogna che provava per non essere in grado di concentrarsi abbastanza sugli studi e durante le interrogazioni scappava, andando a piangere in bagno. Come una persona che si cala senza avere una luce con sè, fino a che non diventa tutto buio, Fabrizio non riusciva a trovare una via di uscita e un modo di stare al mondo. Rinchiuso nella sua camera, senza contatti con l’esterno fatta eccezione per degli amici con cui parlava online, capisce che deve chiedere aiuto prima che succeda qualcosa di irreparabile per sé stesso e per i suoi affetti. Dopo anni, Fabrizio ha scelto di provare le sue emozioni, positive o negative che siano, cercando di riempire il vuoto che sente dentro un passo alla volta.

Distacco dalla realtà

Che vuol dire oggi confrontarsi con il mondo scolastico mentre si combatte contro una malattia mentale? Lo stigma di essere “pazzi”, la paura di non essere performanti, il sentire di non farcela, di non essere abbastanza ed essere rifiutati per questo sono macigni sulle spalle di un ragazzo come Fabrizio, tanto che ha preferito rinchiudersi e nascondersi a causa delle sue fragilità. La vergogna unita a una sofferenza interiore da cui pensava fosse impossibile fuggire, lo hanno portato ad abbandonare la scuola, nel tentativo di affrontare da solo quel dolore. Tutte le sue energie fisiche e mentali si sono concentrate sul cercare di limitare un distacco dalla realtà che con il tempo è diventato la sua prigione quotidiana.

Il vuoto si riempie con il viaggio

Accettare e non rifiutare le emozioni negative che si provano tutti i giorni è stato un percorso faticoso per Fabrizio. Un moderno Don Chisciotte che combatte contro i mulini a vento del suo malessere, che nega a sé stesso di provare emozioni per paura del vuoto. Ma con il tempo Fabrizio ha capito che essere vivi, accettare di sentire pienamente sé stessi è un processo lento e delicato di cui bisogna prendersi cura. Stare in equilibrio tra le luci e le ombre del proprio mondo interiore è un viaggio faticoso e appagante che riempie quel vuoto da cui è sempre fuggito.