Le Storie

Greta

Greta ha 21 anni e viene dai dintorni di Milano. Il suo disturbo alimentare inizia come un gioco tra amiche, un “divertimento” che con il tempo diventa autodistruzione. Un loop continuo, che si ripete all’infinito dal quale non riesce a liberarsi. Il cibo diventa una dipendenza che la porta ad avere scatti di ira contro sé stessa e gli altri. Greta sa cosa è il disturbo alimentare ma non ha la consapevolezza di esserne caduta vittima, così come la sua famiglia che cerca di sostenerla e supportarla con amore e pazienza ma senza conoscere la vera entità della malattia che l’ha colpita.

Ad occhi chiusi procede in un viaggio senza meta fino a che il rischio di non aprirli più diventa concreto, reale e la paura che sente in quel momento la spinge a sciogliere quell’iceberg di emozioni che ha ignorato per troppo tempo, così come la determinazione a vivere, a scegliere una strada diversa per sé stessa.

Un gioco pericoloso

L’adolescenza è fatta di corpi che cambiano, che mutano e si trasformano con il passare del tempo senza che se ne abbia la piena consapevolezza. Greta lo ha vissuto come un elemento altro da sé, come un qualcosa di esterno di cui non sapeva come prendersi cura. Il suo disturbo alimentare è nato come un gioco, una sfida con sé stessa e con il mondo che l’ha portata dentro una spirale pericolosa.